In Turchia i beni culturali intangibili iscritti nelle liste del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO sono saliti a 20. E’ notizia infatti recente l’inserimento del tradizionale gioco Mangala/Göçürme e dell’arte della miniatura, entrambi riconosciuti durante la 15ma sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.
Il Mangala/Göçürme è un gioco da tavolo di strategia e intelligenza che viene solitamente giocato da due persone o in gruppi. Era molto diffuso nei palazzi, nelle locande e nei cortili delle moschee durante il periodo ottomano, ed è considerato uno strumento di socializzazione e condivisione della cultura, secondo il Ministero della Cultura e del Turismo di Turchia.
ll gioco ha diverse varianti e può essere giocato con pallini di pietra, legno, noci o semi, che vengono distribuiti. Il giocatore che raccoglie il maggior numero di pallini vince. La pratica è anche legata ad altri mestieri tradizionali come la scultura in legno e pietra e la creazione di gioielli.
Il gioco migliora le capacità cognitive, motorie e sociali dei giocatori e viene trasmesso sia in modo informale che attraverso l’istruzione formale.
Durante l’era ottomana coloro che praticavano l’arte della miniatura erano conosciuti come miniaturisti. Storicamente, gli stili in miniatura variavano a seconda della regione e della loro scuola d’arte, evolvendosi ulteriormente con l’introduzione dell’Islam. I manoscritti del periodo erano illustrati visivamente con miniature.
La miniatura ottomana ha usato il linguaggio visivo per esprimere la sua diversità culturale, la geografia cosmopolita e i principi di espressione che si sono sviluppati nel corso dei secoli. Tale arte può essere osservata anche in architettura e come ornamento negli spazi pubblici.
I modelli della miniatura rappresentano credenze, visioni del mondo e stili di vita in modo pittorico e hanno anche acquisito un nuovo carattere attraverso l’influenza islamica.
Con l’avvicinarsi del XIX secolo, l’arte della miniatura si espanse e cominciò ad apparire più frequentemente su pareti, tele, pezzi di legno, ceramica e pelle.
I miniaturisti dipingevano per lo più con penne e vernici organiche su carta speciale rivestita con albume d’uovo, in contrasto con i materiali industriali utilizzati oggi. Il miniaturista prendeva un foglio di cotone di carta non raffinata, lo stendeva su una superficie di marmo e lo schiacciava con una pressa d’avorio, dandogli un aspetto luminoso. L’artista crea una bozza sulla carta che poi ripassa con inchiostro di china. I contorni sono quindi riempiti con tintura robbia, nota per mantenere il suo colore vivido.
Con la sua storia che dura da centinaia di anni, l’arte della miniatura è ampiamente accettata come una parte significativa della storia e della cultura turca.